Riguardo agli scandali che hanno recentemente coinvolto alcune università italiane, il Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria, ribadendo la sua posizione già comunicata al Dott. Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità anticorruzione, il 20 di ottobre dell’anno scorso, esprime il suo pieno sostegno all’azione della Magistratura nell’indagare come è dovuto, e nel perseguire comportamenti di Docenti Universitari che, dalle notizie diramate dalla stampa, il Movimento ritiene esecrabili e lesivi della dignità di tutto il corpo Docente.
Il Movimento si augura che tali comportamenti, ovviamente se confermati dalle indagini ancora in corso, vengano puniti in maniera esemplare e che la Magistratura indaghi a fondo e in fretta su altri casi simili dei quali sia o verrà a conoscenza.
Si spazzerà così il campo da comportamenti scandalosi che sono sempre esecrabili, ma ancor di più nel campo dell’istruzione Universitaria, laddove non dovrebbero neanche esistere, data anche la funzione educativa affidata alla Docenza Universitaria.
Si sgombrerà così anche il campo dalla facile demagogia, che fa di tutta l’erba un fascio, e si ridarà la massima dignità alla stragrande parte della Docenza Universitaria che da tale comportamenti è immune.
Quando la Magistratura avrà concluso la fase delle indagini attualmente ancora in corso, ove essa non ritenga di archiviare il tutto e invece ritenga di avere elementi validi per sostenere l’accusa, il Movimento chiederà alla Magistratura di potersi costituire parte civile, ritenendo la Docenza Universitaria danneggiata.
Tali posizioni del Movimento non sono nuove.
Già il 20 di ottobre dell’anno scorso, il Movimento inviò una lettera al Dott. Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità anticorruzione, firmata da oltre 5000 Docenti Universitari, nella quale il coordinatore del Movimento, Carlo Ferraro, scriveva:
“Infine, spero che Lei segnali al più presto i casi di nepotismo e corruzione a cui si riferiva, dei quali, evidentemente, è a conoscenza, e mi auguro che la Magistratura faccia in fretta il suo corso e punisca in modo esemplare i casi di vera corruzione o nepotismo, spazzando il campo dalla facile demagogia che, basandosi su tali casi, fa di tutta l’erba un fascio”.
Il Movimento, che come è noto non si occupa solo di classi e scatti e di scioperi, bensì di un’azione di rinnovamento generale dell’Università, si augura di aver già da allora contribuito a risolvere il problema in atto.